LA NOTTE PIU’ LUNGA

La notte più lunga, quella del Solstizio d’inverno che sta iniziando, è la metafora dell’epoca tragica che ci è stata assegnata.

Durante la notte più lunga non tutti dormono. Chi custodisce la memoria dell’Uomo sa restare sveglio, nonostante le angosce, nonostante le ombre che sovrastano il piccolo fuoco tenuto acceso da quella forza calma che si fa Coscienza.

Non è una notte per tutti. E’ piuttosto la notte delle anime belle che attraversano la storia con passi sicuri e lenti, noncuranti della sorte né del risultato delle proprie azioni, perché è nel viaggio in sé e nel continuo donarsi che hanno imparato ad Essere tramonto ed alba, energia in movimento.

E’ la notte degli uomini liberi che non conoscono la sconfitta perché le proprie scelte appartengono alla dimensione dell’essere, diversamente dai servi, le cui scelte appartengono alla dimensione dell’avere. Per questo gli uomini, come le notti, non sono tutti uguali.

E’ alle donne e agli uomini liberi che rivolgo l’incitamento a continuare ad osare sempre, con il coraggio e la gioia che ci appartengono, nella piena consapevolezza che se anche non saremo noi a viverlo direttamente, per quanto lunga possa essere questa notte, ciò che avremo creato vedrà la luce del Nuovo Sole, del Sol Invictus.

BUON SOLSTIZIO D’INVERNO!

 

Alberto Micalizzi

3 pensieri su “LA NOTTE PIU’ LUNGA

  1. Ciao, ho scritto un commento a queste tue belle parole, ma mi chiede una pw, che peraltro non ricordo, perché, dice, ‘perché mariatrivi@gmail.com è utilizzato da un account diverso da quello che stai usando ora’ C’est à dire? Comunque il commento era questo:

    Che belle parole, e soprattutto che bel concetto che esprimi. Una volta si sarebbero dette parole edificanti. E in questo caso a maggior ragione il termine è calzante, perché in fondo è di una futura casa (veramente) comune che parli. Grazie, è l’augurio migliore che ci possiamo fare tutti.

    Maria

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  2. Caro Alberto, sai che l’Essere libero ha la dote introspettiva dell’altruista che ha due caratteri essenziali: il primo, è che guarda il mondo sul piano delle riflessione che è accolta dal suo sguardo introspettivo; la seconda, che la sua visione non può che spaziare sulla realtà, ma il suo angolo di visuale contiene uno spazio altro, irreale, metafisico, che lega assieme la capacità di riflettere su di un insieme alimentato dal primo. L’astrazione da sè, in uno spazio altro che pone l’Essere, quando dotato di conoscenza, nell’invidiabile posizione di poter tendere ad una verità, seppur soggettiva e spuculativa che, per la sua radice altruistica, non può che tendere al bene comune. Per dire che hai ragione nel dire che tu e il difensore di S&P siete esseri umani inconciliabili. Intanto, con i migliori aufìguri per un sereno e felice Natale. Gio

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